Il mollusco contagioso è un’infezione virale che causa l’insorgenza di papule cutanee in grado di contagiare altri soggetti.
Il mollusco contagioso è un’infezione virale sostenuta dal “virus del mollusco contagioso”, (dal latino molluscus, vale a dire: morbido) che appartiene alla famiglia dei Poxvirus. Si tratta di un’infezione della pelle molto comune, diffusa in tutto il mondo, che colpisce soprattutto i bambini tra i 2 e i 5 anni di età.
L’incidenza, nei paesi sviluppati, è compresa tra il 5% e l’8%, e raggiunge il 20% nei paesi con clima caldo e dove il livello socio-economico è di igiene è più basso.
Questo virus causa l’insorgenza di papule con ombelicatura centrale che, nel soggetto con difese immunitarie normali, vanno incontro a risoluzione spontanea nell’arco di alcuni mesi o anni durante i quali il portatore è in grado di contagiare altri soggetti.
Il contagio avviene per contatto umano diretto con un soggetto affetto oppure attraverso gli oggetti contaminati di recente da un soggetto affetto. E’ possibile anche la trasmissione materno-fetale. Non c’è differenza tra i sessi, mentre una storia di eczema è presente nel 62% dei bambini colpiti.
Negli adolescenti e giovani adulti la trasmissione avviene principalmente tramite i contatti sessuali.
Alcuni studi riportano che la diffusione del mollusco contagioso è più frequente in soggetti che frequentano piscine, tuttavia, non è stato dimostrato come e perché ciò avvenga. Si ipotizza che il virus si diffonda da persona a persona tramite asciugamani, giocattoli, tavolette, panche, bordi delle vasche, ecc, grazie anche ad una temperatura e ad un livello di umidità favorevoli alla sua sopravvivenza.
E’ certo che lesioni anche minime della pelle (graffi, abrasioni, lesioni della dermatite atopica, ecc) possano determinare una maggiore vulnerabilità nei confronti del virus. E’ bene sapere inoltre che il mollusco contagioso non è come l’herpes virus, che può rimanere latente per lunghi periodi di tempo e poi riapparire. Se si verifica una recidiva, dopo una completa guarigione significa che vi è stato un nuovo contatto.
Dopo un periodo di incubazione che dura tra i 15 giorni ed un massimo di 6 mesi, compaiono delle papule traslucide con ombelicatura centrale di dimensioni variabili (da 1-2 mm fino a 10 mm di diametro), spesso multiple, localizzate in qualunque sede cutanea, più frequentemente su viso e pieghe. La singola lesione tende ad accrescersi nell’arco di 6-12 settimane per poi stabilizzarsi. Successivamente, in seguito ad un trauma (es grattamento) o spontaneamente, si verifica una fase infiammatoria che porta alla guarigione della lesione in 2 o 3 mesi. La comparsa di nuovi elementi crea spesso un perpetrarsi dell’infezione che può durare fino ai 6-9 mesi, anche se raramente sono stati osservati casi di durata superiore. Nell’adulto è anche possibile la trasmissione per via sessuale ed in questo caso la localizzazione delle lesioni è nella zona genitale e addominale. Nei soggetti con deficit immunitario ci possono invece essere delle presentazioni atipiche con lesioni molto numerose (fino a centinaia di elementi), lesioni di dimensioni grandi (fino a 1 cm di diametro) oppure resistenza dei molluschi ai tentativi terapeutici
Le complicanze più frequenti comprendono nel 30% dei casi un eczema attorno alla zona di cute affetta da molluschi, il cosiddetto “eczema molluscato”, un fenomeno più frequente nei soggetti atopici. Una congiuntivite cronica o una cheratite puntata superficiale possono complicare le lesioni che insorgono a livello delle palpebre. Non sono possibili complicanze a livello generale.
La diagnosi di mollusco contagioso è generalmente clinica, cioè effettuata con la semplice osservazione delle lesioni da parte del dermatologo o del pediatra ed è relativamente semplice quando si identificano diverse papule perlacee con ombelicatura centrale. In caso di dubbi la dermatoscopia migliora l’accuratezza diagnostica
La terapia del mollusco contagioso è un argomento tuttora molto dibattuto. Gli esperti si dividono tra coloro che sostengono la possibilità di astenersi dalle terapie attendendo la risoluzione spontanea delle lesioni (che avviene sempre nel soggetto immunocompetente) e coloro che invocano la necessità di un trattamento per evitare la diffusione dell’infezione sul soggetto stesso e su altri soggetti.
Non vi sono dati sufficienti per concludere quale sia la condotta migliore da adottare, l’approccio ideale dipende da una serie di fattori quali numero e sede delle lesioni, età del paziente, stato immunitario, possibilità di effettuare trattamenti ripetuti, aspettative del paziente e dei familiari.
Le terapie a disposizione comprendono:
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- Spremitura
- Idrossido di Potassio al 10%
- Pasta di Nitrato di argento al 40%
- Cantaridina 0,7%
- Podoffilotossina topica al 5%
- Povidone-iodio al 10%+ Acido salicilico 50%
- Crioterapia
- Courettage
- Diatermocoagulazione
- Imiquimod topico
- Cidofovir Topico
- Tretinoina
- Laser
Si sconsiglia di tentare di rimuovere da soli i molluschi, infatti se ciò non viene fatto correttamente è facile provocare una auto infezione ed una ulteriore diffusione del virus.
Si consiglia l’impiego di detergenti antisettici al termine della piscina
Esistono segnalazioni circa l’efficacia di trattamenti locali con Tea Tree Oil, trattamento omeopatico con Tuja, impiego di integratori a base di echinacee.
Prevenzione e comportamenti corretti per gli utenti
delle piscine
Solo un uso corretto della piscina da parte degli utenti può prevenire la diffusione delle infezioni legate all’acqua come il Mollusco Contagioso.
E’ fondamentale, l’uso della cuffia, la doccia, il passaggio nelle vasche con disinfettante per i piedi e il lavaggio delle mani dopo ogni utilizzo dei servizi igienici per ridurre la diffusione di germi ed eliminare residui cutanei e capelli che possono fornire substrato di crescita e di agglomerazione dei germi in acqua.
Attenersi a queste norme igieniche non è complicato. Semmai ad essere difficile, anzi imbarazzante, è trovare il coraggio di chiedere di attenervisi ai nostri compagni di corso, o ai genitori dei compagni di corso dei nostri figli se li cogliamo in atteggiamenti poco consoni.
La pronta rimozione riduce il rischio di contagio ed è quindi raccomandata per preservare gli altri dall’infezione.